A cura di Francesco Moretti
“Uno dei temi che appaiono abbastanza spesso nelle mie canzoni è il gioco d’azzardo.
Ed è strano, perché io non gioco d’azzardo, quindi non ho idea del motivo per il quale lo trovi così affascinante…”.
Al che si potrebbe rispondere:
“Ah beh, caro il Nostro Zio Mark, se non lo sai tu, figuriamoci noi…”.
Ma noi vogliamo troppo bene al Nostro per rispondergli in quel modo, così proveremo ad interpretare questo suo impulso a scrivere di questo argomento.
Effettivamente, il tema del gioco ha, spesso, trovato visibilità nei testi di Mark Knopfler.
Prendendo in considerazione soltanto la sua carriera solista, abbiamo esempi lampanti come “You Can’t Beat The House”, “Hot Or What”, oppure “Everybody Pays”, tutti inerenti il gioco delle carte.
In “Skydiver”, invece, il contesto riguarda le corse dei cavalli, ed il protagonista è un giocatore incallito, la cui compulsione e il conseguente scarso controllo degli istinti lo hanno portato ad essere bandito da tutti gli ippodromi della nazione, ma senza che questo provvedimento ne abbia smussato l’indole, che rimane quella di un ribelle, allergico alle regole e sempre pronto a buttarsi in ogni impresa o scommessa improbabile, ma in qualche modo attraente, sia dal punto di vista del piacere che di quello dei soldi.
Che, come potete dedurre dal testo, spesso vengono persi in grande quantità, lasciando il protagonista in bolletta.
Eh già, in bolletta, ma…felice.
In tanti di noi, il sottoscritto per primo, vedrebbero, ed a ragione, questo atteggiamento come distruttivo, sia per la persona che per chi gli sta intorno.
Ma non il nostro protagonista che, anzi, tende a minimizzare il contesto, dicendo che, in fondo, si tratta “solo” dei suoi soldi e non della sua vita (evidentemente riesce, di riffa o di raffa, a procurarsi di che sopravvivere…), che di questa cosa ha bisogno per rendere più avvincente un’esistenza altrimenti dura e complicata e che, cosa forse più importante, andare incontro al rischio ed al pericolo gli piace.
Esattamente come al paracadutista piace buttarsi nel vuoto, per provare il piacere e l’adrenalina del volo in caduta libera, sapendo di avere un’ancora di salvezza sottoforma di un paracadute che, di solito si apre e si aprirà, ma che potrebbe anche non aprirsi.
Ed è questa compulsione, questo desiderio insopprimibile, il cardine del brano, come ci spiega il Nostro:
“È questa sorta di trasgressione, ad interessarmi.
Sono sempre stato attratto dalle persone con questo desiderio fortissimo ed inconscio di fare quello che fanno.
Penso che questo sia uno degli elementi più ricorrenti nei miei lavori, ciò di cui scrivo, ed un po’ mi rivedo in questo.
Devi avere questo desiderio, questa compulsione, altrimenti tante cose non accadrebbero.”
Un concetto, questo, attribuibile anche al Nostro ed alla sua carriera, quindi, in quanto non è un azzardo definire i primi periodi dell’attività artistica di Knopfler come continue scommesse su se stesso, non sempre andate a buon fine, aventi come paracadute la sua famiglia o i suoi lavori saltuari per guadagnarsi di che campare.
Ma sempre con lo stesso, grande ed inarrestabile desiderio di riuscire, di arrivare in alto.
In parole povere, quindi, “Skydiver” è un piccolo compendio di psicologia in una forma musicale presuntamente allegra, che ricorda vagamente i Beatles di “When I’m Sixty-Four” (“L’arrangiamento, l’approccio ritmico della chitarra al brano, vengono entrambi dalla mia giovinezza, quando venni introdotto ai lavori dei Quattro di Liverpool”, ci rammenta il Nostro), con gradevolissime armonie vocali nel ritornello, e che descrive questo vizio altrimenti terribile quasi fosse il guizzo di un talentuoso.
“Alla fine, ‘Skydiver’ tratta di questo tizio che, a suo modo, è un artista in quello che fa.”, conclude il Nostro.
Come dire:
“Cosa volete farci? Questo è quello che so fare, ed io sono fatto così…”.
Al prossimo ricordo.
Come un paracadutista
Sono stato bandito da ogni ippodromo nazionale,
deve aver qualcosa a che vedere con l’inaffidabilità,
è un po’ come portarsi a letto una pulzella della contea (1), è sempre quello di cui hai veramente bisogno.
Mi piace andare in bancarotta, ed essere un ribelle,
anche lì deve aver a che fare con l’inaffidabilità,
stare in una Bentley Continental (2), con un bicchiere di brandy in mano, è sempre quello di cui hai veramente bisogno (3).
E quando sarà finita, sarà finito tutto,
starò ritto in piedi, sulla cima della collina, a cantare.
Vado dove mi pare, faccio quel che mi pare,
e non me ne frega niente di niente (4).
Come un paracadutista.
Oggi ho perso un sacco di soldi all’ippodromo di Wincanton,
Dive Bomber nella corsa delle 2.15,
li ho giocati tutti sul vincente, non ne ho azzeccato uno,
neanche un premio di consolazione nel mezzo.
Tempo fa, quando presi la decisione cruciale
di prendere una strada tortuosa, che però potevo vedere,
fu come essersi dato un permesso incredibile,
le regole proprio non fanno per me.
E quando sarà finita, sarà finito tutto,
starò ritto in piedi, sulla cima della collina, a cantare.
Vado dove mi pare, faccio quel che mi pare,
e non me ne frega niente di niente.
Come un paracadutista.
Non è che abbia coraggio, sono i miei soldi, mica la mia vita,
quando ho bisogno di fare una pausa dalle botte e dalla lama del coltello.
E poi ho sempre avuto un debole per quelli
che vanno dritti verso i fucili puntati.
Come un paracadutista.
Lyrics
Skydiver
I’ve been banned from every racecourse in the country,
there’s something about the unsure thing,
like scoring with a beauty of the county (1), it always makes the old bell ring.
I like to go for broke, and i’ll be randy,
it’s got to be the unsure thing,
in the Bentley Continental (2), with the brandy, it always makes the old bell ring (3).
And when it’s gone, all gone,
i’ll stand on a hilltop and sing.
I go where i want, i do what i want,
and i don’t give a damn about a thing (4).
Skydiver.
Today i lost a packet at Wincanton,
Dive Bomber in the 2.15,
all on the nose, and no-one counting,
nothing wishy-washy in between.
Back when i made the pivotal decision
to take a winding road that i could see,
it was just like being given an incredible permission,
the rules don’t apply to me.
And when it’s gone, all gone,
i’ll stand on a hilltop and sing.
I go where i want, i do what i want,
and i don’t give a damn about a thing.
Skydiver.
I'm not being brave, it’s my money, not my life,
when i need to take a break from the brushes and the knife.
And i always took a fancy to the ones
heading straight into the teeth of the guns.
Skydiver.