A cura di Francesco Moretti
Una riminiscenza dei bei tempi andati, sebbene con personaggi fittizi, come da copione?
Uno scherzo bonario nei confronti del figlio Benjamin, batterista della band hard rock The Rocket Dolls, come si suppone in Rete?
Semplicemente voglia di divertirsi con i suoi compagni d’avventura musicale, riadattando una canzone preesistente in chiave più moderna e scanzonata?
Qualsivoglia siano le ragioni che hanno spinto il Nostro ad incidere questo semplice, ma entusiasmante brano, sono personalmente contento che questa cosa sia avvenuta, per ragioni che spiegherò tra breve.
Canzone riadattata da un brano tradizionale folk statunitense, dal titolo Shove The Pig’s Foot A Little Closer To The Fire, una frase tratta dal gergo dei fabbri ferrai (il Pig’s Foot è, infatti, il piede di porco), Oklahoma Ponies descrive, in un linguaggio diretto, scanzonato e pure piuttosto colorito, i membri di una band di rock’n’roll portante quel nome che, fedeli agli stereotipi ed ai luoghi comuni che, spesso e volentieri, riguardano i personaggi appartenenti a questo mondo, vivono alla giornata in mezzo ad eccessi più o meno tollerabili e/o raccontabili, scatti di violenza senza un reale motivo, anche tra di loro (chi ha nominato gli Oasis?), ed altri fatterelli, dei quali nessuno di loro si sente in dovere di vergognarsi, in quanto “band di duri”, e un duro deve comportarsi in quel modo, senza chiedere scusa, perché “così si fa”, in Oklahoma, come in questo caso, o in ogni altra parte del mondo.
Ma soprattutto perché loro, come si dice in gergo, “spaccano”, e non solo le suppellettili degli alberghi durante le loro risse.
Ed infatti il loro disco viene venduto ed ascoltato ovunque, spinge la gente a divertirsi e ballare vorticosamente, e spinge i loro idoli a potersi prendere pure la libertà di “trattare male”, tra virgolette, il loro stesso pubblico (la frase “prendiamoli a calci nei co…oni” è fin troppo chiara…), sicuri di venire perdonati comunque, magari all’uscita della prossima canzone di successo.
Non avendo reperito in Rete nulla, proveniente dal Nostro, riguardante questo brano, questa ne è la mia scarna e concisa descrizione.
Ma ciò che conta qui, secondo me, è ben altro.
Qualcosa che va al di là delle vicende di questi rocker ribelli, descritte comunque in un tono da intendersi assolutamente goliardico e scherzoso.
Parlo delle sensazioni date da questo brano (almeno quelle avvertite dal sottoscritto).
Sensazioni di allegria, felicità, gioia di vivere.
Che cominciano dalla bellissima intro di chitarra distorta che, pian piano, sfuma e muta in un ritmo di percussioni che rivelano la natura folk della canzone, con la linea inconfondibile del violino di Bruce Molsky lì a toglierci gli ultimi dubbi.
Con un effetto, non mi vergogno a dirlo, assolutamente trascinante.
Per averne una prova ulteriore, basta reperire sulla Rete ed ascoltare la controparte tradizionale, eseguita proprio dal gruppo capitanato dal succitato polistrumentista statunitense Bruce Molsky (non per niente uno dei musicisti ospiti di Tracker, avendo suonato il violino oltreché in questa canzone, anche in Laughs And Jokes And Drinks And Smokes e in Mighty Man, la chitarra armonica in Lights Of Taormina ed il Banjo in ’38 Special), con il bravissimo Jerry Douglas alla slide guitar.
Pur rispettando i gusti, insindacabili, di ognuno di voi, che possono essere benissimo discordanti con i miei, mi sento di affermare che almeno un piccolo fremito di contentezza possa attraversarvi il cuore e la mente, all’ascolto di quelle note stupendamente arrangiate ed orchestrate.
Per le quali ringrazio entrambi (sia Molsky, che il Nostro).
Per avermi dato, al di là, in questo caso, di ricerche su presunti significati reconditi, ciò per il quale la musica, in teoria, sarebbe stata inventata.
Cioè le belle emozioni, e, anche fosse solo per un attimo fuggente, la gioia di vivere.
Al prossimo ricordo.
Oklahoma Ponies (I pony dell'Oklahoma)
Siamo una band di duri,
che viene dal grandioso sud,
coi rimasugli di pizza che ci macchiano il divano.
Una band piccola, ma che va alla grande,
che ha appena pubblicato un disco,
e che, amico mio, sta avendo un successone ovunque!
Siamo una band di duri,
che viene dal grandioso sud,
coi riccioli di mais che ci cascano sul tappeto.
Tra un po’ ci prenderemo
a pugni in bocca l’un l’altro,
ci faranno portare una nuova acconciatura.
Avanti così, facciamoli vorticare tutti quanti,
prendiamoli a calci nei co…oni!
Dobbiamo continuare a farli vorticare tutti quanti,
siamo gli Oklahoma Ponies.
Avanti così, facciamoli vorticare tutti quanti,
prendiamoli a calci nei co…oni!
Dobbiamo continuare a farli vorticare tutti quanti,
perché siamo gli Oklahoma Ponies.
Ora i ragazzi tosti,
han voglia di menare un po’ le mani,
come si fa in Oklahoma.
Hanno ingaggiato uno schianto di ragazza,
per vestirci come si deve,
e, amico mio, sapessi quanto me la vorrei tr…are!
Siamo una band di duri,
che viene dal grandioso sud,
coi rimasugli di pizza che ci macchiano il divano.
Una band piccola, ma che va alla grande,
che ha appena pubblicato un disco,
e che, amico mio, sta avendo un successone ovunque!
Avanti così, facciamoli vorticare tutti quanti,
prendiamoli a calci nei co…oni!
Dobbiamo continuare a farli vorticare tutti quanti,
siamo gli Oklahoma Ponies.
Avanti così, facciamoli vorticare tutti quanti,
prendiamoli a calci nei co…oni!
Dobbiamo continuare a farli vorticare tutti quanti,
perché siamo gli Oklahoma Ponies.
Lyrics
Oklahoma Ponies