Il sesto album viene pubblicato dopo un anno. Il disco si intitola On Every Street, e comprende dodici tracce. Dal punto di vista stilistico, l’album è simile a Brothers in Arms, perché contiene brani profondi, meditati e struggenti (Planet of New Orleans, You and Your Friend, Fade to Black) accanto ad altri apparentemente più leggeri e di facile consumo. Solo apparentemente però, perché dietro le semplici My Parties o Heavy Fuel si nascondono ironiche ma caustiche critiche agli stili di vita dello star system e alle folli abitudini imposte dalla società moderna. Pur non eguagliando le vendite di Brothers in Arms, l’album raggiunge la prima posizione in classifica praticamente ovunque, e vende circa 10 milioni di copie. Il lungo tour mondiale di lancio, vede i Dire Straits suonare davanti a più di quattro milioni di persone. A tournèe finita Mark è assai provato, e sente il bisogno di una pausa dalle pressioni imposte dai live e dalle registrazioni in studio. Evidentemente la pausa con Phillips e Crocker non era stata sufficiente a restituirgli la serenità degli inizi. I Dire Straits hanno comunque raggiunto un livello di notorietà enorme, diventando uno dei gruppi culto della scena mondiale con pochi eguali nel panorama rock di quegli anni: la prolificità artistica, il livello delle produzioni, i concerti live consacrano Mark Knopfler come artista di spessore mondiale. Nel 1987 aveva già fatto incetta di Brit Awards e di Grammy per l’album Brothers in Arms, e nello stesso anno la Ascap (società americana dei compositori) gli conferì un premio speciale per la qualità delle sue composizioni. Nel 1989 ricevette l’altissimo onore di una statua di cera accanto a quelle delle star già immortalate nel London Pavilion Piccadilly Rock Circus di Londra. Non solo, nel 1993, due anni dopo la pubblicazione di On Every Street, riceverà la Honorary Music Degree dall’università di Newcastle, ma a questo punto i premi e gli onori non servono più ad alleviare un senso di insofferenza per le pressioni dell’industria discografica e del pubblico. Mark deciderà di chiudere l’esperienza dei Dire Straits e di dedicarsi a progetti solistici sempre più personali e intimistici. Cosa rimane oggi dei Dire Straits? Prova a rispondere la rivista Mojo nel 1998: “Oltre alla loro abilità consumata come interpreti, i Dire Straits saranno ricordati per il completo disprezzo di mode e tendenze, qualità che li ha salvati dal destino della maggior parte dei musicisti punk loro contemporanei, capaci di affermarsi con il successo di una hit per poi spegnersi in un anonimato sconcertante. I Dire Straits sono stati soprattutto comunicatori eccellenti. La loro musica –fondata sulla voce burbera e sulla Fender squillante di Mark Knopfler- suona fresca e senza tempo, e possiede anche una precisione mozzafiato".
On Every Street è l’ultimo album inedito dei Dire Straits, che producono quest’opera profonda e raffinata quasi al termine del loro sodalizio. Nel 1993 uscirà On the Night e nel 1995 Live at BBC: sono gli ultimi dischi dal vivo, gli unici live della band insieme ad Alchemy, e rappresentano l’ultimo atto del gruppo nato nel 1977. Nel 1995 i Dire Straits chiudono la loro esperienza artistica. A soli due anni dalla morte di Freddie Mercury e dallo scioglimento dei Queen, l’altra grandissima band inglese degli anni ’80 fa il suo canto del cigno, gettando molti fan nella disperazione. Mark Knopfler annuncia il desiderio di proseguire da solo la propria carriera. Dopo tre anni da On the Night esce Golden Heart. La critica è favorevolmente impressionata dal nuovo lavoro di Mark, e anche il pubblico risponde calorosamente, ma i numeri non sono più quelli dei Dire Straits: alcune fonti riportano vendite per 3 milioni di copie, altri per un milione e mezzo. Sono numeri sufficienti a comprendere che c’è un pubblico di accoliti che continua e continuerà a seguire Mark in qualunque cosa faccia o scriva, ma è evidente che si tratta di un pubblico assai più selezionato rispetto alle folle oceaniche del 1985. L’album propone atmosfere sempre più rarefatte, suoni sempre più celtici e folk, collaborazioni che della precedente esperienza straitsiana conservano ben poco. Il solo Guy Fletcher continua a seguire Mark in questa terza avventura (dopo i Dire Straits e i Notting Hilbillies). Tra i pezzi di maggior rilievo spiccano Golden Heart, di facile ascolto; la dolcissima e amara Rudiger, Imelda, nella quale Mark torna a far vibrare le corde della sua Les Paul con suoni distorti alla Money for Nothing ma immersi in una composizione di gran lunga più pacata, e I'm the Fool, cantata su un accompagnamento quasi interamente acustico. Il testo di questa canzone si presta a varie interpretazioni. Mark parla di sogni abbandonati con corde spezzate, di dover imparare a camminare da solo, di non sentirsi né superman né mr wonderful, ma solo uno stupido. Sono anni difficili per lui: dopo la chiusura dell’esperienza con i Dire Straits, sulla soglia dei 50 anni si separa anche dalla seconda moglie Lourdes Salomone, e il testo riflette forse l’amarezza per due eventi che segneranno per sempre i percorsi personali e artistici di Mark.
La carriera solistica di Mark si apre dunque con il successo di Golden Heart. Nel 1997 sposa Kitty Aldrige, che gli darà due bambine.
L’artista continua a essere acclamato ovunque, e fa incetta di premi e riconoscimenti. Il 2 giugno 1996, a Rotterdam, Mark ha l'onore di diventare una delle stelle della Walk of Fame olandese, originariamente situata al Schiedamsedijk di Rotterdam. Viene così chiamato a lasciare le sue impronte su una delle piastrelle della passeggiata.
Per quanto la Walk of Fame olandese fosse la più grande in Europa, con 235 piastrelle intitolate ad altrettante stelle dello spettacolo, nel febbraio 2010 il comune di Rotterdam deciderà di spostarla in un altro quartiere, stanziando però solo 60.000 euro per il trasferimento. Conti alla mano, i fondi saranno sufficienti per spostare solo 50 piastrelle. Quella di Mark finirà per essere esclusa dalle 50, e sarà messa all’asta insieme alle altre 185.
Il 30 marzo 2000 Mark riceve dalla Regina un OBE (Ordine dell'Impero Britannico).
Mark diventa così Ufficiale dell’impero, un raro onore riconosciuto solo alle personalità più eminenti. Nel 2001 alcuni scienziati britannici scoprono in Madagascar i resti fossili di un dinosauro del Cretaceo, e la scoperta viene dedicata all’ex leader dei Dire Straits: il dinosauro prenderà il nome scientifico di "Masiakasaurus Knopfleri".
Il motivo? Duplice: in primo luogo, pare che la musica di Mark allietasse gli affaticati ricercatori della spedizione malgascia durante le operazioni di scavo sotto il torrido sole africano; in secondo luogo, forse più curiosamente, la sua musica sembrava portare enorme fortuna. Ogni volta che la musica di Mark veniva suonata nei siti di scavo, i ricercatori scoprivano più ossa. Per curiosità, il Knopfleri Masiakasaurus era carnivoro, aveva una lunghezza stimata del corpo di circa 2 metri, camminava su due piedi, e pesava circa 35 chilogrammi.
Tornando al nostro racconto, il 2000 è anche l’anno che segna l’uscita del secondo album da solista di Mark: Sailing to Philadelphia è un album di grande successo, grazie soprattutto al trascinante singolo What it is. Vende oltre 3 milioni e mezzo di copie e raggiunge la prima posizione in classifica in Italia, Germania, Svizzera e Norvegia, la seconda in Austria, Olanda, Spagna e Svezia, la terza in Finlandia, la quarta nel Regno Unito, la settima in Francia e la nona in Danimarca. L'opera è interamente dedicata alla tradizione musicale statunitense con pezzi che variano dal country al folk. Si tratta di un ritorno alle origini per l'artista, cresciuto con la musica degli Everly Brothers e di Elvis Presley. Per l'occasione, Mark si avvale della collaborazione di James Taylor e Van Morrison. Nel 2001 ancora un riconoscimento. Martin Guitars produce il modello HD-40 MK Signature, che Mark userà per tutte le canzoni del successivo album del 2002, intitolato The Ragpicker’s Dream. Caratteristica di questo modello è la stampigliatura interna alla cassa, sul blocchetto di fissaggio del manico, che reca impressa al laser la sagoma del dinosauro intitolato a Mark Knopfler in Madagascar.
Il 4 dicembre 2001 Mark visita la Newcastle University per inaugurare nuovissimi impianti di registrazione e studio presso il Dipartimento dell'università di musica.
Al termine della visita Mark viene insignito con un grande riconoscimento alla sua carriera artistica. Il 18 aprile 2002 Mark riceve un altro prestigioso premio. Occorre dire che in passato (1990) Mark aveva collaborato con Chet Atkins, e tra i due era nata una profonda stima, provata dallo scambio di doni e di chitarre tra i due artisti. Il 30 giugno 2001 Chet viene a mancare all’affetto dei cari e degli estimatori, e per ricordarlo Mark dona una esclusivissima Gibson Chet Atkins SST (ricevuta in dono e autografata solo per lui) al museo di Nashville che ne celebra la vita e il percorso artistico. La dedica apposta sulla chitarra recita così: “Per Mark, un grande amico e musicista, Chet Atkins, CGP '99”.
Nel settembre del 2002 esce The Ragpicker’s Dream (il sogno dello straccivendolo, la copertina è in foto), preceduto da un minitour di sole quattro date in cui Mark riunisce i Dire Straits e i Notting Hillbillies. Prima del lancio vero e proprio, Mark ha tuttavia un grave incidente in moto che costringe gli organizzatori ad annullare i concerti. Alcuni pezzi tratti da queste quattro serate sono contenuti nel cd aggiuntivo dell'edizione limitata. L’obiettivo dichiarato di Mark è quello di rendere omaggio con questo disco alla tradizione blues, folk e country americana, ritraendo l’essenza della musica e della cultura made in usa in dodici tracce ispirate ad altrettanti personaggi, simboli e fatti.
Il disco è accolto tiepidamente dalla critica, e non ripete il successo di vendite del precedente. Pezzi come Why Aye Man, Devil Baby, Hill Farmer's Blues e A Place Where We Used To Live (tutti all’inizio dell’album) suscitano atmosfere gradevoli e pulite, esattamente nel solco di Sailing to Philadelphia. La critica rimprovera tuttavia a Mark una certa ostinata ripetitività, quasi come se l’autore avesse concepito l’album come un proprio maturo divertissement. Qualche critico non esita a usare le parole "stantio" e "imbolsito", altri invece definiscono il disco come perfetto per l’ascolto durante una domenica mattina piovosa. I percorsi che Mark propone si fanno sicuramente più personali e intimistici, sempre più lontani dalle ritmiche serrate e rockeggianti delle composizioni straitsiane.
Il 6 marzo 2003, Mark raccoglie l’ennesimo riconoscimento alla carriera. Questa volta è l’Olanda a insignirlo dell’Edison, un premio ambitissimo che gli viene consegnato ad Amsterdam da Adam Curry (foto). Nell’occasione Mark esegue Walk Of Life, Devil Baby e What it is. L’evento è trasmesso in diretta sulla radio olandese.
Gli anni seguenti segnano un avvicinamento al genere country e folk. L’influenza di questi generi della musica di Mark si fa prepotente, mentre i testi si allontanano dall’iniziale ispirazione autobiografica e si incentrano (come già accaduto in The Ragpicker’s Dream) su vicende tratte dall’attualità o dalla storia. Shangri-La, quarto album da solista (in foto), esce nel settembre 2004 dopo un lungo periodo di riabilitazione a causa dell’incidente di moto di alcuni mesi prima. Durante la degenza Mark lavora sulla composizione di 14 nuove canzoni ispirate come detto a fatti di cronaca, anche del passato. Il titolo dell’album deriva da un luogo immaginario e paradisiaco descritto dal romanziere James Hilton nel libro Orizzonte perduto. Nell’album spiccano alcuni brani come 5.15 a.m, in cui Mark racconta dell'omicidio del malavitoso Angus Sibbet avvenuto nel 1967; o anche Boom Like That che ripercorre l'ascesa di Ray Krock, fondatore della McDonald's Corporation. L’anno successivo (2005) Mark parte per il tour promozionale dell’album di 104 concerti in tutto il mondo. Il tour è un successo, e per la prima volta le registrazioni dei live sono distribuite solo tramite download digitale. L'album raggiunge la prima posizione in classifica in Norvegia, la terza in Germania, la quarta in Olanda, Danimarca ed Italia, la quinta in Francia, la settima in Svizzera e la decima in Finlandia.
Nell'aprile del 2006 viene pubblicato All the Roadrunning (in foto assieme alla copertina di un live), album di duetti con Emmylou Harris che raccoglie sette anni di registrazioni con la popolare artista country americana (in foto con Mark). Mark ed ‘Em’ (come lui ama chiamarla) si incontrano per la prima volta nel 1987 in occasione di una trasmissione su Chet Atkins, e nel tempo approfondiscono la loro amicizia e il loro rapporto professionale. All’epoca della pubblicazione sono ormai molto amici. L’album mette in primo piano le voci dei due artisti, e questo è inconsueto per un musicista come Mark apprezzato soprattutto per la sua abilità con la chitarra: "Non sto fingendo di essere un grande cantante o altro” dice Mark a un intervistatore “ma penso che la mia voce sia in costante miglioramento da quando ho smesso di fumare. Nel 1996 (all’epoca di Golden Heart, ndr) mi sembrava di non poter far altro che rantolare o sussurrare a causa delle sigarette, così ho deciso di trascinarmi un po’ più lontano dal bordo della mia tomba”. "Quando si combinano due voci uniche" spiega Em Harris "si crea una terza voce fantasma. Alcuni di questi fantasmi sono più piacevoli di altri, ma io amo la terza voce che io e Mark creiamo. Abbiamo notato subito che le nostre voci si mescolano abbastanza facilmente". L’album contiene tracce molto suggestive, come la bellissima If This Is Goodbye, la traccia che conclude il lavoro, ispirata dalla lettura di un articolo di Ian McEwan sul Guardian, in cui lo scrittore inglese racconta la storia delle vittime degli attentati dell'11 settembre 2001 che lasciarono dei messaggi vocali per i propri cari mentre si trovavano bloccate nel World Trade Center. Il disco è promosso con una breve tournée documentata nel dvd Real Live Roadrunning, che ripropone il concerto del 28 giugno 2006 al Gibson Ampitheatre di Los Angeles.
Kill to Get Crimson (ultima foto), edito nel settembre del 2007, è il sesto album di Mark, il primo realizzato presso i British Grove Studios, gli studi londinesi di proprietà del musicista che erano stati inaugurati l'anno precedente. Il disco, ancora una volta, è caratterizzato da atmosfere sonore prettamente folk, si chiude con la ballata In the Sky, costruita intorno al dialogo tra il sassofono di Chris White e la chitarra acustica di Mark. Nello stesso periodo Mark collabora con altri artisti tra cui Bill Wyman, John Fogerty, B.B. King, gli America.
Kill to Get Crimson, come già detto, conferma l’intenzione di Mark di sperimentarsi in un genere di musica poco popolare, anche se dal popolo esso trae le sue radici: il genere folk e country. Ma questa volta il disco propone sonorità meno americane, e come in alcuni pezzi di Golden Heart e di The Princess Bride (colonna sonora dell’omonimo film) Mark propone sonorità celtiche, tradizionali e a volte medioevali, con l’intervento di strumenti come flauti, fisarmoniche e vibrafoni. La nota copertina, che ritrae alcune Vespe Piaggio rosse, è tratta da un quadro di John Bratby.
L’album viene lanciato con un minitour promozionale dal luglio al novembre 2007, quasi intermente in Europa tranne la tappa americana del 5 ottobre. Nel 2008 parte il tour vero e proprio, che terrà Mark impegnato dal marzo al luglio del 2008 con concerti in Europa e Stati Uniti. Si tratta di un tour impegnativo, al livello di quello affrontato per il lancio di Shangri-La nel 2005.
Lo stesso copione viene riproposto per la promozione del nuovo album del 2009, intitolato Get Lucky. Il disco conferma che Mark è sempre più lontano dalle sonorità e dagli arrangiamenti della sua adolescenza musicale con i Dire Straits, e per quanto la sua chitarra torni spesso in primo piano in pezzi come Before Gas and TV, Cleaning My Gun, Remembrance Day e So Far from the Clyde, i suoni rimangono quelli del precedente disco, quindi molto orientati al genere popolare tradizionale europeo. Interessante notare che una delle canzoni dell’album, Piper to the End, è dedicata alla memoria di uno zio scomparso con la tragica battaglia di Arras del 1917, durante la prima guerra mondiale. Si tratta di una battaglia epica, combattuta a furia di assalti frontali e sventagliate di mitra sui soldati mandati letteralmente a morire, e che vedeva contrapposte le forze britanniche e quelle tedesche sul fronte francese (che all’epoca si estendeva dal Belgio alla Svizzera). In sintesi, per quanto la battaglia fosse stata un successo per le truppe inglesi, essa comportò perdite tragiche (si calcola che gli Inglesi lasciarono sul campo circa 158 mila uomini) senza determinare una vera e propria svolta del conflitto.
L’organizzazione promozionale prevede anche questa volta un tour di lancio (un mese e sole dieci date) e un tour vero e proprio che comincia l’11 aprile 2010 con la prima di molte date americane, e termina il 20 luglio dello stesso anno in Europa".
A questo punto della sua carriera Mark ha già venduto più di 120 milioni di copie dei suoi album, ha collaborato con artisti leggendari in tutto il mondo come Dylan e B.B. King, ha esplorato ogni tipo di sonorità e di stile musicale. In una intervista alla BBC rilasciata il 15 settembre 2009, Mark ammette che guardandosi indietro si sente un po’ spaventato nel ripensare a tutto quello che ha fatto con Dire Straits in quegli anni meravigliosi e incredibili. Ma si dice anche felice e fortunato di poter ora controllare meglio l’intero ciclo delle sue produzioni. Mark confessa apertamente che non a tutti piace lavorare nell’industria discografica, e trasformare così la propria creatività in un esercizio forzato di estro artistico: ora, dopo oltre 30 anni di carriera e 70 chitarre collezionate in tutto il mondo, Mark racconta di riuscire a godere molto di più rispetto a prima nello scrivere, nel suonare e nel registrare delle canzoni nuove.
L’album Get Lucky ottiene il favore della critica. La rivista Sound and Vision apprezza e valorizza il tentativo di riscoprire le radici della musica british senza compromessi con il glamour che circonda le odierne produzioni pop/rock, mentre la rivista Absolutepunk parla espressamente di Mark come di un fenomenale compositore.
L’album, come i precedenti, riscuote la maggior parte del suo successo in nord Europa. In Norvegia, Danimarca e Germania è campione di vendite, in Italia raggiunge il secondo posto della classifica e in Norvegia è disco di platino. Mark raccoglie compostamente questi successi e guarda alla successiva produzione, che vedrà la luce nel 2012: venti nuove canzoni contenute in un doppio album intitolato Privateering. Nel frattempo collabora con molti altri artisti tra cui John Illsley (ex bassista dei Dire Straits al suo terzo album solista) e Pieta Brown, per la quale suona la chitarra nel brano So Many Miles e che chiama ad aprire i suoi concerti in Nord America. “Quando Pieta canta sembra di assistere a qualcosa di naturale, come la pioggia sulla terra”, dice Mark della cantante.
Pubblicato il 3 settembre 2012 dalla Mercury Records, Privateering è un monumentale doppio album con venti tracce inedite. Il disco rappresenta l’ennesima svolta di Mark, capace ancora una volta di rinascere dalle sue stesse ceneri. "Ho scelto di fare un doppio album solo per il volume di materiale. Non volevo scegliere tra canzoni blues o folk o country, non volevo lasciarle lì sullo scaffale. Volevo fare un disco che fosse l’esatto riflesso delle fantastiche sessioni di registrazione abbiamo avuto”.
Il 1996 era stato l’anno spartiacque tra il Mark straitsiano e quello solista, che si avviava a diventare interprete, scopritore e divulgatore delle tradizioni musicali celtiche, americane e britanniche. Il 2012 è l’anno in cui Mark dimostra quanto fossero state ingenerose le critiche agli album precedenti, che parlavano di un autore imbolsito, ripetitivo, fagocitato dalla deriva folk-chic degli ultimi album. Mark si presenta al pubblico con venti nuove canzoni, venti tracce che rappresentano un’ottima sintesi dell’ormai quasi quarantennale esperienza musicale di Mark. Gli arrangiamenti acustici degli ultimi anni si affiancano a un paio di motivi rock molto orecchiabili, i pezzi blues come Hot or What coesistono accanto a ballate indimenticabili come Redbud Tree, e non mancano brani che recuperano le ultime sonorità straitsiane come Corned Beef City. Mark si reinventa ancora una volta, e dimostra come la sua musica sia solo il prodotto di una ricerca personale che può non incontrare il favore della massa, ma che rimane pur sempre una espressione genuina e indomabile, impossibile da ridurre a una sola etichetta o da pilotare in funzione delle mode e dei gusti del pubblico. “Questo è quello che sento e che ho voglia di essere, solo un vecchio che suona la chitarra. Se qualcuno viene ad ascoltare è ok per me, ma non ne sono troppo preoccupato: la gente può venire o non venire, resta il fatto che suonare la chitarra è quello che faccio, ed è tutto ciò che voglio fare”.
Intervistato da Mike Ragogna, Mark parla di un disco divertente da comporre e registrare, in cui le canzoni sono venute fuori in modo pulito, e sono state registrate esattamente nella maniera in cui erano concepite. Emerge dalle parole del compositore di Glasgow una consapevolezza matura, un bisogno di verità che si traduce in testi molto veristi, secondo alcuni addirittura impressionisti, incentrati su storie reali di persone che vivono da perdenti, ai margini della società. “Invecchiando si guarda al passato da una prospettiva diversa. Quando si è giovani, si guarda di fronte e si sa di avere un sacco di tempo davanti. Quando si diventa un po' più vecchi, si è in grado di guardare al passato in modo diverso e il tempo diventa molto, molto più interessante”.
L’album raggiunge la prima posizione in Austria, Olanda, Germania e Norvegia, la seconda in Svizzera, Danimarca, Italia e Spagna, la terza in Nuova Zelanda, la settima in Finlandia, l'ottava nel Regno Unito e la decima in Francia. Si calcola che nel 2013 Mark abbia ormai venduto oltre 135 milioni di dischi in tutto il mondo. Il Privateering Tour parte il 25 aprile 2013 dalla Romania e si conclude nel luglio dello stesso anno con una serie di cinque tappe spagnole. In ottobre l'album viene lanciato anche negli Stati Uniti, e Mark decide di tenere una mini serie di concerti a Long Beach, Los Angeles, Las Vegas e Oakland per promuovere il disco.
L’anno successivo a quello di Privateering Mark viene chiamato dal suo amico Eric Clapton a collaborare a un progetto-tributo in onore di J.J. Cale, scomparso il 26 luglio 2013. Slowhand lo considera suo maestro: in oltre 40 anni di carriera J.J. Cale ha pubblicato (senza clamori) 15 album fondamentali, le cui sonorità rappresentano una costante ricerca di nuovi equilibri e contaminazioni tra blues, rock, country e folk. Al progetto collaborano anche lo stesso Clapton, John Mayer, Willie Nelson, Tom Petty, Derek Trucks e Don White. Mark partecipa con entusiasmo e incide le canzoni Someday e Train To Nowhere.
I numeri di Mark
Si calcola che Mark abbia venduto 135 milioni di dischi nella sua ormai quarantennale carriera (1977 ad oggi).
Brothers in Arms è il diciassettesimo album più venduto della storia con 35 milioni di copie vendute, ed è stato per ben 73 volte disco di platino.
Otto sono gli album pubblicati da solista (comprendendo anche quello di duetti con Em Harris), e sei quelli con i Dire Straits (cui si aggiungono Alchemy, On the Night e il ‘The best of’ Money for Nothing). Circa 148 sono le chitarre che si calcola abbia suonato in questi anni, molte donate in beneficenza e altre addirittura rubate.
Tra le sue chitarre preferite, Mark possiede una Gibson Les Paul del 1958 (il cui valore può essere approssimativamente stimato tra i 200mila e i 400mila dollari) che ha usato per registrare Brothers in Arms e Money for Nothing; un’altra Les Paul standard del ’59; diverse Fender Stratocaster, alcune anche di grandissimo valore come quella del 1954 o quella rossa con il pomello nero sul volume, donata in beneficenza; diverse chitarre del liutaio Monteleone; la maggior parte delle Pensa Suhr della prima era, che hanno attualmente quotazioni incalcolabili; varie Schecter, tra cui le due rosse che furono le sue principali chitarre dal 1980 al 1986; e la sua prima chitarra, una Hofner tedesca da 50 sterline che il padre gli comprò non potendosi permettere di comprare al figlio la tanto desiderata Stratocaster di Hank Marvin.
Mark è uno dei pochi artisti cui la
Fender e la
Martin abbiano dedicato dei modelli personalizzati su sue specifiche. I modelli
Pensa costruiti su sue indicazioni recano le sue iniziali:
MKI,
MKII e
MK80. Una
Pensa Suhr del ’92, costruita cioè dopo che
John Suhr chiudesse la sua esperienza professionale con
Rudy Pensa, è quotata oggi intorno ai 23mila euro. Quelle anteriori al ’91 hanno quotazioni molto superiori.
(
Approfondimenti nella sezione Le Chitarre).
Innumerevoli i live registrati durante le sue tournèe e le collaborazioni vantate, che comprendono Eric Clapton, B.B. King, Sting, Van Morrison, James Taylor, Bob Dylan, Chet Atkins, John Illsley, David Knopfler e Zucchero solo per citarne alcuni tra i più importanti.
Mark è stato insignito del prestigioso Obe (riconoscimento che lo qualifica come Ufficiale dell’Impero britannico), e di tre Lauree Honoris Causa presso le università di Newcastle, Leeds e Sunderland. Tra i premi raccolti da Mark come solista e come leader dei Dire Straits figurano 3 Brit Awards, 7 Grammy Awards, 2 MTV Video Awards.
Mark ha avuto tre mogli: Kathy White, Lourdes Salomone e Kitty Aldridge (sposata nel 1997 e tuttora coniugata con Mark).
Nelle foto: Mark con la Stratocaster che suonava in Telegraph Road nel live Alchemy; La strato rossa donata in beneficenza; Mark con la sua inestimabile Les Paul del 58; una delle sue Pensa Suhr preferite; un primo piano di qualche anno fa.