Mark Knopfler - Why Aye Man - Mark Knopfler's World

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Testi e traduzioni


Mark Knopfler - Privateering

Pubblicazione: 3 settembre 2012
Durata: 90min 07s
Dischi: 2
Tracce: 20
Etichetta: Mercury Records, Universal
Produttore: Mark Knopfler, Guy Fletcher e Chuck Ainlay
Registrazione: British Grove Studios di Londra, 2011-2012


Disco 1

Disco 2

Deluxe Edition bonus disc
Hill Farmer's Blues - 5:18    

Super Deluxe Edition bonus disc
Follow the Ribbon - 8:07    

Traccia disponibile con il download digitale da http://www.amazon.de


Uscito nel settembre del 2012 sotto l’etichetta della Mercury Records, Privateering è il settimo disco della carriera solista di Mark Knopfler, il primo doppio album con ben venti inediti (nella versione normale). Il disco è registrato ai British Grove Studios, e si segnala anche per una controversia legale tra Knopfler e la storica etichetta Warner Bros, che ormai da decenni distribuisce i suoi album in nord America: risolta la querelle, l’album esce anche negli States sotto il marchio Universal, a un anno dal lancio sul mercato europeo.
L’album riporta Mark Knopfler in vetta alle classifiche di mezza Europa (Austria, Germania, Norvegia, Olanda) dopo molti anni di piazzamenti dignitosi, ma in Inghilterra non va oltre l’ottavo posto. In Italia e Belgio giunge sino al secondo posto.
Uscito dopo una pausa di tre anni dal precedente Get Lucky, Privateering viene registrato dal marzo al settembre 2012. In realtà i primi tre mesi sono necessari per la sola scelta degli strumenti: Guy Fletcher e Mark Knopfler frugano nella collezione di oltre 70 strumenti di Mark per trovare la chitarra e l’arrangiamento giusti per ogni canzone. I suoni dell’album, come già per Get Lucky, segnano un ritorno alle tradizioni folk scozzesi, già celebrate in Golden Heart prima della trilogia del periodo americano. Abbonda così il ricorso a strumenti come gli whistles di Michael McGoldrick, il violino e il cittern di John McCusker, le fisarmoniche di Phil Cunningham. Alle voci collabora anche la brava Ruth Moody (‘lunatica’ è la traduzione letterale del suo cognome), assai apprezzata da Mark per le sue qualità musicali, chiamata a interpretare i cori in Go Love. Sarebbe però riduttivo circoscrivere l’album alla sola matrice della tradizione musicale scozzese. L’album è ricco di ballate (Kingdom of gold, Miss you blues, Go love e la bellissima Dream of the drowned submariner), di suggestioni blues e rockabilly (evidenti in Don’t forget your hat e in Gator Blood), e rock (Corned Beef City). Un album complesso per dimensioni e contaminazioni, insomma. Privateering è la prova, ove ce ne fosse bisogno, che se l’ispirazione musicale di Knopfler resta intatta, la sua cultura musicale continua a espandersi e a creare propaggini in universi sonori inesplorati. Il titolo dell’album (e dell’omonima canzone) fa riferimento ai vascelli pirata e ai loro capitani autorizzati dai governi inglesi alle scorribande predatorie in acque internazionali. ‘Privateer’ è, appunto, il corsaro che al servizio della corona deruba i mercantili. Dopo la bellissima So far from the Clyde, torna in questo album il tema del mare e della navigazione.
Knopfler ama molto il contrasto tra musica vivace e testo decadente, malinconico. Nei precedenti album, per esempio, aveva proposto un contrasto simile anche in Daddy’s gone to Knoxville (The ragpicker’s dream). In questo disco torna a proporre lo stesso ossimoro artistico con Corned Beef City, un gradevole e filante rock-rockabilly che alla lettera tradurremmo con ‘città della carne in scatola’. Vi si fa riferimento ad alcuni desolanti quartieri costruiti nella periferia di una cittadina chiamata Dagenham, in cui il governo fece erigere degli appartamenti in affitto per i reduci della prima guerra mondiale, il cui sussidio era però appena sufficiente a pagare la pigione e le spese fisse.
Got to have something e Privateering (la canzone che dà il nome all’album) sono due affreschi assai evocativi e di grande impatto. Dal punto di vista sonoro, in entrambe Mark fa riecheggiare alcuni suoni della ormai collaudata Je suis desolé (Golden Heart); ma nella prima strizza l’occhio al country grazie alle armoniche e al piano, nella seconda ricorre ai cori maschili e ai cambiamenti di ritmo per dipingere la scena dell’assalto dei corsari ai mercantili. La bella Seattle ripropone la chitarra di Mark in versione ‘ripulita’, senza effetti che non siano il tremolo della sua Fender Stratocaster (l’ormai consueto omaggio ad Hank Marvin).
Con Dream of the drowned submariner (Il sogno del marinaio annegato), una delle più belle del doppio disco, Mark torna sul tema del mare, immaginando le fantasie di un marinaio della Royal Navy morto in acqua dopo una battaglia. Mark descrive un soldato di mare ormai in pace con se stesso, mentre si lascia galleggiare sott’acqua trascinato dalle correnti, lontano dal massacro. I suoi pensieri vanno alla figlia, che immagina correre sul prato verso di lui mentre lui l’afferra e la stringe a sé.
Privateering esce anche in versione deluxe, con l’aggiunta di un altro cd e di cinque brani: Why Aye Man, Cleaning My Gun, Corned Beef City, Sailing to Philadelphia, Hill Farmer's Blues. Viene distribuita anche la versione superdeluxe con ulteriori tre brani bonus: Occupation blues, River of grog, Follow the ribbon.
I concerti di lancio dell’album vedono Mark e la sua band affiancare Bob Dylan nel suo tour americano per 33 concerti che si concludono nel novembre 2012. La scaletta di ogni concerto prevede l’ingresso di Mark e del suo gruppo per l’esecuzione di undici brani. Al termine dell’esibizione, Mark resta sul palco per ulteriori quattro pezzi di Dylan, che chiude il concerto dopo aver proposto quattordici delle sue canzoni. Dall’aprile al giugno 2013 Mark Knopfler si sposta in Europa, dove esegue 70 concerti incluse le sei serate nella ‘sua’ Royal Albert Hall di Londra.

Formazione
Mark Knopfler - Voce, Chitarre acustiche, chitarre slide, chitarre elettriche, arrangiamenti
Richard Bennett - Chitarre, Bouzouki
Jim Cox - Piano, Organo
Guy Fletcher - Tastiere, Voci, arrangiamenti
John McCusker - Violini, Cittern
Michael McGoldrick - Whistles, Uilleann Pipes
Phil Cunningham - Fisarmonica
Glenn Worf - Basso, Contrabbasso
Ian Thomas - Batteria
Kim Wilson - Armonica
Tim O'Brien - Mandolino, Voci
Paul Franklin - Pedal steel guitar
Ruth Moody - Voci
Rupert Gregson-Williams - Voci, Direttore degli archi
Chris Botti - Tromba
Nigel Hitchcock - Sassofono
John Charnec - Clarinetto

Why Aye Man

We had no way of staying afloat
We had to leave on the ferry boat
Economic refugees
On the run to germany
We had the back of maggie's hand
Times were tough in geordieland
We got wor tools and working gear
And humped it all from newcastle to here

Why aye man, why aye, why aye man
Why aye man, why aye, why aye man

We're the nomad tribes, travelling boys
In the dust and dirt and the racket and the noise
Drills and hammers, diggers and picks
Mixing concrete, laying bricks
There's english, irish, scots, the lot
United nation's what we've got
Brickies, chippies, every trade
German building, british-made

Why aye man, why aye, why aye man
Why aye man, why aye, why aye man

Nae more work on maggie's farm
Hadaway down the autobahn
Mine's a portacabin bed
Or a bunk in a nissen hut instead

There's plenty deutschmarks here to earn
And german tarts are wunderschoen
German beer is chemical-free
Germany's alreet with me
Sometimes I miss my river tyne
But you're my pretty fraulein
Tonight we'll drink the old town dry
Keep wor spirit levels high

Why aye man, why aye, why aye man
Why aye man, why aye, why aye man

 
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