A cura di Francesco Moretti
“Accidenti Capitano, che sbronza ti sei preso! Per fortuna che siamo ancora seduti qui”
“Ragazzo, porta rispetto! Guarda che, alla prossima battuta di questo genere, prendo e me ne vado!”
“Ti metterai carponi e seguirai il sentiero?”
“Esatto, proprio ora. Mi sono stancato di queste ciance…”
“No no, Capitano, ti chiedo scusa. Per favore, resta qui e raccontaci ancora.”
“Hmm…così va meglio, ragazzo. Tanto più che a te interessava sentire qualcosa che mi riguardasse da vicino, vero?”
“Beh, ecco, veramente…”
“Certo, che ti interessava. Ed io ti racconterò di me, e del sentiero che ho preso fin da giovane, quello stesso che, dopo tanti anni, mi ha condotto fin qui. Ascolta bene, ragazzo, tutti noi abbiamo un sentiero da seguire, e quello che ho da dirti potrebbe farti capire meglio anche il tuo, di sentiero.”
“Sono qui tutto orecchie, Capitan Knopfler…”
Ed infatti, da questa terza storia aggiuntiva raccontataci dal Capitano, si capiscono tante cose che riguardano la sua persona ed il suo modo di essere, cose che dovrebbero servire anche a noi appassionati quando si tratta di voler giudicare il Nostro e le sue scelte.
Ma non corriamo troppo, anzi torniamo, con la memoria, indietro di qualche anno, ad una canzone che, per argomenti trattati, sembra essere la puntata precedente di questa quivi descritta.
Ricordate tutti “The Long Highway”, giusto?
Esatto, quel brano in cui Knopfler ci narra, in tre strofe brevi ma assai incisive e significative, l’essenza, il fuoco interiore, i sentimenti (“Il richiamo di spiriti lontani”, come lo chiama lui) che lo hanno portato ad imboccare questa “lunga autostrada”, che rappresenta, allo stesso tempo, sia la sua vita che la sua carriera.
Ecco, con “Follow The Ribbon”, abbiamo di fronte l’ideale seconda parte di quel celeberrimo brano.
Sotto le vesti di una lenta e dolce ballata country (oggettivamente un po’ lunga, con i suoi otto e passa minuti, ma a me piace moltissimo), possiamo prendere visione del racconto di un Mark Knopfler ancor più vecchio, saggio ed esperto di quello che, anni addietro, ci narrava dell’inizio del suo percorso di vita.
Partito tanti anni fa dalle terre del nord, da Glasgow e Newcastle, per spingersi fino a Londra ed al Tamigi, in cerca di fortuna e fama.
Percorso che, in tutto questo tempo, ha raggiunto una lunga, lunga distanza, ed ancora continua, sebbene mutato, con gli anni, da una lunga autostrada ad un tortuoso sentiero.
Che continua a snodarsi ed a procedere, con i ricordi dei giorni passati paragonati ai resti di antiche battaglie affrontate e superate, con un affanno ed un brivido che ancora affiorano, al pensiero di tutte quelle situazioni pericolose andate bene per un pelo.
Un percorso preso seguendo il proprio pensiero e non quello degli altri, fatto perlustrando ogni metro di esso, esplorando attentamente ogni pietra, ogni portone, ogni luogo visitato, senza badare a possibili obiezioni, nemmeno quelle del proprio pubblico, magari troppo abituato ad un solo contesto in cui mettere il proprio artista preferito.
Un percorso che, sebbene seguito con sempre più sforzo e fatica, oltreché coscienza di non avere più davanti tantissima strada da fare, continua ancora oggi, con la solita, puntigliosa ricerca, di versi e rime dal sapore antico da adattare alla frenetica realtà di questi tempi moderni.
Un percorso che, soprattutto adesso, si inerpica in luoghi oscuri ed incerti, ma comunque da esplorare, in quanto anche nel posto più buio una stella può cadere ad illuminare il cammino ed a permetterti di raggiungere la meta, qualunque essa sia.
Per concludere, il percorso ed il sentiero non necessariamente più belli, comodi e piacevoli (e piaciuti dai fans, magari), ma sicuramente voluti e fortemente seguiti e gustati dal Nostro, dimostrando una coerenza di fondo non comune a tanti.
Ricordiamoci di questo, tutte le volte che vogliamo esprimere giudizi su di lui ed il suo lavoro.
E godiamoci la sua musica, non dimenticandoci mai di fargli mancare sostegno ed apprezzamento.
“Mamma mia, che bella storia, Capitano! È davvero la tua?”
“Grazie, ragazzo. Beh, quella è, se ti pare…”
“Certo che sì, davvero una grande avventura! Però…”
“Però cosa?”
“Però…Capitan Knopfler, sento che a tutto questo manca qualcosa…”
“Ragazzo, benedetto ragazzo, io non sono che un vecchio lupo di mare. Cosa vuoi mai avere, da me e dalle mie storie? La perfezione, forse?”
“E perché no, Signor Capitano?”
“Uffaaa…ho capito. Stappa un’altra bottiglia ed ascoltami attentamente…”
Seguirò il sentiero
Il giorno volge al termine, sembra che abbiamo rallentato il passo,
i miei occhi si fanno stanchi, riesco a malapena a vedere la strada.
È già da un po’ che ci siamo lasciati indietro le luci della città,
c’è solo una linea che si snoda attraverso la notte.
I giorni passati giacciono sparsi in giro, come spade e scudi rotti,
come i bossoli dei proiettili usati su centinaia di campi di battaglia.
Quando penso a tutte le volte che l’ho scampata bella, ad entrambe le facce di amore e morte,
a volte faccio fatica a riprendere fiato.
Ma seguirò il sentiero, comunque vada,
seguirò il sentiero, per adesso va bene così.
Lassù, nelle terre del nord, o a sud, dove scorre il fiume.
Ovunque conduca.
Non mi importa se a loro piace, e non mi importa se a loro non va,
non è che mi sia mai importato molto del loro parere.
Se tutto quel che vuoi sapere di me sono le quisquilie, oppure il limitarmi ad un solo contesto,
cosa mai potrai mai lodare, che conti per davvero?
Vivo la mia vita al suono delle rime antiche di domani,
la strada che abbiamo davanti può esser più corta di quella che ci siamo lasciati alle spalle.
Se c’è ancora whisky nella bottiglia, lasciane un po’ per me,
lo berrò, alla fine della storia.
Seguirò il sentiero vicino alla laguna fredda,
seguirò il sentiero, sotto la luna impotente.
Serpeggiando tra le colline oscure, dove cadono un milione di stelle.
Ovunque conduca.
Lyrics