Accezione numero cinque: il contatto con le persone.
Quelle che incontri lungo la strada che percorri ogni giorno, in ogni posto in cui arrivi se sei in viaggio, cui passi accanto, e che ti passano accanto, senza quasi accorgertene.
Quelle con cui scambi due parole anche solo a titolo d’informazione, oppure quelle che ti conoscono, e che tu conosci, con le quali ti fermi a dialogare a lungo.
O se sei un artista, il pubblico che viene a vedere i tuoi spettacoli.
In questa canzone, il Nostro dipinge un quadro, malinconico e romantico assieme, della vita quotidiana di coloro che fanno il suo mestiere (compreso lui), prendendo come esempio un giorno qualsiasi di una banda di circensi, che si sposta di città in città, smontando e rimontando tendone ed attrezzature di scena, calcando, anzi, prendendo a calci la segatura che ricopre la pista ogni sera, in cerca di un poco di successo (raro), un lunario da sbarcare e qualche bicchiere da scolarsi dopo lo spettacolo.
E descrive il pubblico, con il quale interagisci la sera e vedi vivere la propria vita durante il giorno, se sei per strada, fatto di persone comuni, di cui non ci si ricorda i nomi, che vivono, lavorano, hanno figli che vanno e tornano da scuola, ridono o piangono a seconda del contesto, e si sentiranno, auspicabilmente, meglio dopo aver visto lo spettacolo, volendo bene a chi ha fatto provare loro emozioni.
Pubblico che, per quanto complicato e faticoso sia, talvolta, intrattenere, deve esserci, per permetterti di continuare a fare il tuo lavoro di artista.
E VUOLE esserci, per godere appieno di tutto il bagaglio emotivo che fai loro provare.
Ragione per cui risulta estremamente appropriata la chiosa dell’ultima strofa, recitante “se va bene per loro, di sicuro va bene anche per me”.
In cammino
Abbiamo preso a calci la segaturacon addosso questi abiti,per qualche raro successoe un naso rosso (1),i ragazzi monterannoe smonteranno il tutto.Sciacqueremo via la polvere dalla gola,è solo un bicchiere al giorno, non farà male,tra non molto lasceremo la città.Passiamo loro vicino,in mezzo ai campi,non proviamo nemmenoa ricordarci i nomi,è ora di pranzo e i loro bambinitornano da scuola.Abbassano le saracineschedei loro negozi,mentre noi controlliamole attrezzature di scena,e ci pitturiamo il visoper fare i pagliacci.E poi ci rimettiamo in cammino,in cammino,sentendoci meglio di quanto stavamo la sera prima.In cammino, sempre in cammino,a volte è dura,ma va molto bene così.Ballerò il tip tap (2)nei giorni di pioggia,ballerò nonostantei dolori e gli acciacchi.Il Signor Giovane Dentro,è quel che provo ad essere.Loro ridonoe piangono,si sentiranno meglio,e questo è il motivo per cui,se per voi va bene,di sicuro va bene anche per me.E poi ci rimettiamo in cammino,in cammino,sentendoci megliodi quanto stavamo la sera prima.In cammino, sempre in cammino,a volte è dura, ma va molto bene così.