A cura di Francesco Moretti
È la tredicesima e penultima tappa ed, ormai, stiamo avvicinandoci alla fine di questo viaggio.
L’incontro di questa sera è con Lonnie Donegan, un artista sconosciuto alla maggior parte del pubblico italiano ma, come avrete modo di leggere, di importanza fondamentale.
Anthony James Donegan, detto Lonnie, nasce a Glasgow (è, quindi, concittadino del Nostro) il 29 aprile del 1931.
Viene a contatto con la musica fin dalla più tenera età, in quanto il padre ricopre il ruolo di primo violino nella National Scottish Orchestra, traendo, in questo modo, una grande sensibilità in materia.
Discostatosi dall’esempio paterno con l’arrivo dell’adolescenza, iniziò a suonare la chitarra acustica ed il banjo, per poi interessarsi ad altri generi musicali, come jazz, folk e blues.
A diciassette anni cambia il nome di battesimo in onore del bluesman Lonnie Johnson e si dedica al jazz, unendosi alla Ken Colyer Band.
Ma sarà con il recupero ed il rilancio dello “Skiffle” (un genere musicale con influenze jazz, blues, folk e country, nato nella prima metà del ventesimo secolo negli Stati Uniti e considerato una specie di “rock and roll degli inizi”) sulla scena musicale britannica negli anni ’50, specialmente a Liverpool e dintorni (il cosiddetto “Merseyside”, dal nome del fiume Mersey, che attraversa Liverpool), che il nome di Donegan comincia a farsi notare.
Il successo e la popolarità arrivarono con il brano “Rock Island Line”, una canzone incisa da Donegan in un suo album del 1954 e che, trasformata in singolo, balzò letteralmente in cima alle classifiche inglesi all’inizio del 1956, venendo considerata la scintilla che accese l’interesse dei giovani verso lo skiffle e la conseguente nascita di svariati gruppi, il più importante dei quali è quello dei Quarry Men, il cui fondatore e due dei suoi componenti divennero, qualche anno più tardi, tre dei Quattro Scarafaggi Capelloni Di Liverpool, ma questa è un’altra storia.
Abbandonato nel 1957 il gruppo dei Washboard Wonders, da lui fondato, Donegan iniziò una lunga carriera solista, che lo portò a suonare negli Stati Uniti, dove si esibì con grandi artisti, tra cui Chuck Berry, e poi ancora nel Regno Unito dove, formata una nuova band che suonava blues e skiffle, influenzò fortemente la generazione di musicisti di rock and roll che sarebbe sbocciata durante gli anni ’60.
Fu musa ispiratrice, infatti, di gruppi come Beatles, Cream, Led Zeppelin, Rolling Stones e Yardbirds, solo per citarne alcuni (e scusate se è poco…).
Con l’esplosione del rock and roll e il conseguente declino dello skiffle, declinò anche la carriera di Donegan, che comunque continuò ad incidere canzoni ed a fare il produttore musicale, riunendo i Washboard Wonders a metà degli anni ’70 in seguito ad un revival dello skiffle in Germania, ed intraprendendo, negli anni ’80, un tour in Gran Bretagna, mostrando il dinamismo e la brillantezza dei vecchi tempi.
Allo scopo di non disperderne il grande patrimonio musicale, alla fine degli anni ’70 Paul McCartney propose a Donegan di raccogliere assieme alcuni tra i suoi grandi successi degli anni passati e, nell’album che ne derivò (Putting On The Style), il musicista è accompagnato, tra gli altri, da Ringo Starr alla batteria ed Elton John al pianoforte.
Purtroppo, una serie di gravi problemi cardiaci (un primo attacco di cuore nel 1978, un secondo nel 1986 ed un susseguente intervento chirurgico per porre rimedio) dapprima ridimensionarono, poi limitarono fortemente la sua attività.
Il cuore tradì per l’ultima volta Donegan il 3 novembre del 2002, decretandone la morte a 71 anni di età e cementandone il ricordo in tutti quei colleghi musicisti che avevano avuto la fortuna di essere toccati dal suo talento, tra cui il Nostro.
Che su di lui dichiara:
“Lonnie è stato una tra le mie influenze musicali più rilevanti in assoluto. Ho cominciato ad interessarmi di musica grazie a due dei suoi dischi, all’età di sei anni. È stato un grande onore, per me, suonare questa canzone insieme a Joe Brown in un concerto-tributo a Lonnie alla Royal Albert Hall. Ed ho un ricordo speciale di lui, nella cucina di casa nostra, che canta dolcemente e sottovoce a nostra foglia piccola, e lei ne resta letteralmente incantata.”
E la canzone a lui dedicata in occasione della morte è un autentico colpo di genio, scritta mettendo in fila i titoli di alcuni dei suoi grandi successi quasi come a comporre frasi di senso compiuto, arrangiata con una musica solare ed accattivante a fare da contraltare alla tristezza ed alla tragicità del lutto appena accaduto, e cantata con il tono allegro, brillante e scanzonato che ha sempre contraddistinto Donegan durante la sua carriera.
Per il piccolo, ma meritato Shangri La da lui raggiunto, e per l’enorme Shangri La fatto raggiungere a coloro che a lui si sono ispirati, penso non ci sia miglior tributo che questo.
Donegan se ne è andato
Donegan se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato,
se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato.
Suonava della grande “Diga Di Grand Coulee” (1), e di come “Nessuno Ama Come Un Irlandese” (2). Se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato.
Donegan se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato,
se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato.
O Signore, “Sono Solo Un Vagabondo” (3), “Culla La Mia Anima” (4), “Voglio Tornare A Casa” (5). Se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato.
Donegan se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato,
se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato.
“Lee Il Solitario” (6) e “Un Giocatore D’Azzardo” (7), “Mi Farò Cullare L’Anima Nel Grembo Di Abramo” (8). Se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato.
Donegan se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato,
se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato.
Il tempo continua a scorrere inesorabilmente, o Signore, mi viene voglia di piangere.
Se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato.
Sì, se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato.
Ho-ho, se ne è andato, Lonnie Donegan, Donegan se ne è andato.
Lyrics
Donegan’s gone
Donegan’s gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone,
gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone.
Play that big “Grand Coulee Dam” (1), “Nobody Loves Like An Irishman” (2). Gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone.
Donegan’s gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone,
gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone.
Lord, “I’m Just A Rolling Stone” (3), “Rock My Soul” (4), “I Wanna Go Home” (5). Gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone.
Donegan’s gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone,
gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone.
“Stack-A-Lee” (6) and a “Gamblin’ Man” (7), “Rock My Soul In The Bosom Of Abraham” (8). Gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone.
Donegan’s gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone,
gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone.
Time just goes on rolling by, Lord, i feel like i could cry.
Gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone.
Yeah, gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone.
Ho-ho, gone, Lonnie Donegan, Donegan’s gone.