Sailing to Philadelphia - album - Mark Knopfler's World

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Mark Knopfler - Sailing to Philadelphia

Pubblicazione: 26 settembre 2000
Durata: 60 min
Tracce: 13
Etichetta: Warner Brothers
Produttore: Mark Knopfler e Chuck Ainlay
Registrazione: Dublino, Nashville, Los Angeles



L'edizione americana contiene la canzone Do America come sesto brano, Silvertown Blues diventa dodicesimo seguito da Sands of Nevada. Assente One more Matinee.


Esiste una versione di What It Is pubblicata in Messico con una strofa in più.



Golden heart, il primo lavoro da solista di Mark Knopfler, riceve come detto un’accoglienza tiepida. Le vendite non si avvicinavano nemmeno a quelle registrate con i Dire Straits, ma la critica accetta favorevolmente l’evoluzione intimistica e country di Mark e compagni. Con questo secondo lavoro a distanza di quattro anni dal primo, sembra che Mark confermi la sua intenzione di proiettarsi verso sonorità meno rock, più orientate alle contaminazioni folk irlandesi e americane. Non a caso, l’album viene registrato tra Dublino e Nashville. L’album si presenta molto vario, e le canzoni alternano ritmi diversi: What it is (canzone d’apertura) mantiene un ritmo serrato e coinvolgente così come Silvertown blues e Speedway at Nazareth, mentre The last laugh, Prairie Wedding e soprattutto Sands of Nevada hanno ritmi e suoni molto più introspettivi e rallentati. Sembra quasi che da Brothers in arms in poi, Mark Knopfler abbia fatto dell’eclettismo la sua qualità principale, e anche in questo album decide di spenderla per proporre lavori che si differenziano tra loro per velocità, temi, suoni e perfino lingue diverse. All’ascolto è quasi impercettibile, ma la chitarra di Mark sta lentamente retrocedendo in secondo piano. Non a favore di altri strumentisti più virtuosi, ma solo per rendere il giusto servizio alle sue canzoni. Il Mark solista è più calato nei panni di un moderno songwriter, e sembra rifiutare l’immagine del chitarrista rock che si dimena sul palco e fa urlare la sua Schecter o la sua Les Paul. L’obiettivo non è più dare alle sue chitarre un pretesto per emergere dal gruppo ed eseguire assolo memorabili, ma piuttosto creare della musica equilibrata. Per questo album Mark Knopfler chiama a duettare artisti come James Taylor (in Sailing to Philadelphia), Van Morrison (in The last laugh), e strumentisti di valore altissimo (i cantanti e chitarristi-compositori Gillian Welch e David Rawlings in Speedway at Nazareth, che nel tempo diventerà la canzone più amata dell’album, anche grazie ai poderosi assolo in crescendo che chiudono la canzone). Paradossalmente, il Mark solista cede più spazio agli altri musicisti di quanto non abbia fatto il Mark monarca assoluto dei Dire Straits. Il gruppo di musicisti che collabora alla realizzazione dell’album è incredibilmente lungo rispetto ai soli tre nomi che comparivano nei credits di Making Movies. Sailing to Philadelphia è e rimarrà l'album di di maggior successo senza il marchio Dire Straits (venderà 3 milioni e mezzo di copie), soprattutto grazie alla capacità di Knopfler di rinnovarsi e di proporre collaborazioni di livello altissimo. La canzone che apre il disco è un pezzo veloce e coinvolgente, al primo ascolto è quello che meglio seduce l’orecchio. What it is è ambientata nella Edimburgo di fine 1700, e racconta di una città stretta dalle miserie e dalla voglia di riscatto della gente spesso raccolta nelle taverne o nelle piazze alla ricerca di un angolo di felicità. E’ suonata con la sua Schecter custom dei primi anni ’80, rispolverata nell’occasione per aggiungere brillantezza ai suoni delle sue parti di chitarra. Piccola curiosità: la versione distribuita in Messico contiene una strofa in più. Speedway at Nazareth si avvale della collaborazione del celebre duo di cantanti e chitarristi Welch e Rawlings, molto noti in America per le loro collaborazioni e per il loro lavori. La canzone racconta di una stagione di corse sulla pista di Nazareth Speedway in Lehigh Valley, Pennsylvania. La canzone si caratterizza per il finale in crescendo, che Mark arricchisce con un suggestivo assolo.
Sailing to Philadelphia propone per la prima volta una collaborazione con James Taylor. La canzone è ispirata al romanzo di Thomas Pynchon intitolato Mason & Dixon, i due viaggiatori britannici che tracciarono la linea di confine tra il nord e il sud degli Stati Uniti. La canzone in realtà è un dialogo tra i due esploratori, in cui il visionario Jeremiah Dixon è interpretato da Knopfler, mentre l’astronomo Charles Mason è interpretato da James Taylor.

Musicisti
Mark Knopfler - Voce e Chitarre
Richard Bennett - Chitarre e Strumenti a corda
Jim Cox - Piano, Organo Hammond
Guy Fletcher - Tastiere, coro
Glenn Worf - basso
Chad Cromwell - Batteria
James Taylor - Voce in Sailing to Philadelphia
Van Morrison - Voce in The last Laugh
Gillian Welch e David Rawlings - Voci in Speedway at Nazareth e Prairie Wedding
Glenn Tilbrook e Chris Difford - Voci
Aubrey Haynie - violin
Paul Franklin - pedal steel guitar, lap steel guitar
Danny Cummings - Percussioni
Mike Haynes - Flicorno
Jim Hoke - Arpa, Armonica
Jim Horn - Sassofono baritone e tenore
Wayne Jackson - Tromba
Harvey Thompson - Sassofono tenore
Frank Ricotti - marimba
Duane Starling - Voci
Gillian Welch - Voci
Chris Willis - Voci


 
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