Mark Knopfler - The ragpicker's dream
Pubblicazione: 30 settembre 2002
Durata: 55 min e 40 sec
Tracce: 12
Etichetta: Mercury Records, Warner Brothers
Produttore: Mark Knopfler e Chuck Ainlay
Anno: 2000
Una versione limitata dell'album, disponibile nel Regno Unito e in Canada, contiene:
Why Aye Man - registrazione dal vivo dal concerto di Londra del 24 luglio 2002
Quality Shoe - registrazione dal vivo dal concerto di Londra del 24 luglio 2002
Brothers In Arms - registrazione dal vivo dal concerto di Toronto nel maggio 2001
The ragpicker’s dream ("Il sogno dello straccivendolo") è il terzo album da solista di Mark Knopfler. Il disco esce nel 2002, a soli due anni dal successo di Sailing to Philadelphia, ed è quello che forse meno ha soddisfatto le attese di vendita dei discografici. Infatti, sfortunatamente, il tour promozionale di questo disco viene annullato a causa di un grave incidente di moto, che costringe Mark a una lunga fisioterapia riabilitativa. Il disco non gode così della risonanza che meriterebbe, e le vendite non decollano: sia sufficiente dire che l’album raggiunge il primo posto solo in Norvegia, e che negli Stati Uniti non si piazza oltre il 38° posto nella classifica degli album. In realtà dal punto di vista qualitativo, l’album meriterebbe ben altre fortune. Concepito alla stregua di un unplugged album, Mark compone tutti i pezzi usando la sua fiammante Martin HD-40 MK Signature, chitarra costruita nel 2001 dalla celebre casa americana su specifiche di Knopfler in soli 251 esemplari. Le corde della Martin danno corpo a tutte le sezioni ritmiche dell’album, a volte accompagnate dal piano, altre volte dal banjo; altre volte tessono un raffinato tappeto sonoro su cui Mark inserisce i pigri interventi della sua Les Paul. Su queste sonorità molto roots, il canto di Mark appare assai profondo e ispirato. L'elegante copertina mostra una foto di Elliott Erwitt. L’album, si diceva, ha anche uno stile molto americano ed essenziale. Ritmi lenti, rullanti ‘spazzolati’, banjo e violini, la pedal steel guitar di Paul Franklin rispolverata per l’occasione, testi molto blues che parlano di cieli azzurri, ferrovie, campi di mais e fattorie, sudore e miserie. Verrebbe da pensare che la traiettoria musicale cominciata 25 anni fa da sultano, ora abbia portato Knopfler a vestire i ben più modesti panni dell’allevatore di maiali in una farm del Texas o dell’Oklahoma. Ma è proprio questo che Mark Knopfler vuole e ottiene in questa fase della sua evoluzione: una musica essenziale, senza fronzoli, ispirata dai suoni e dai temi della grande tradizione americana, lontana dai suoni squillanti e vistosi dei primi Dire Straits. Sono molte le canzoni dell’album che meriterebbero una menzione particolare. Il singolo d’apertura è Why Aye Man, un pezzo molto ritmato il cui titolo significa ‘Sì certo’ nella tradizione vernacolare locale del nord dell’Inghilterra. La canzone ripercorre le vicende di alcuni operai inglesi costretti a emigrare in Germania in cerca di lavoro a causa delle drastiche decisioni adottate dal primo ministro Margareth Thatcher negli anni della sua presidenza. Knopfler sembra avere un conto aperto con la Lady di ferro, già ampiamente criticata (seppure senza mai citarla) nel singolo Iron Hand dell’album On Every Street, ultimo dei Dire Straits. Bellissima la ballata Hill farmer’s blues, tutta imperniata sull’arpeggio che accompagna la canzone passando da tonalità maggiori a minori in atmosfere molto rarefatte e suggestive. Il testo, abbastanza oscuro, parla di un uomo che nella ordinarietà della sua vita quotidiana, lancia un lamento di profondo dolore: “So bad, so bad”. Rimane abbastanza incerta l’interpretazione di questo testo, come spesso accade per le canzoni scritte da Mark Knopfler. Daddy’s gone to Knoxville è un piccolo cammeo boogie, un pezzo veloce e musicalmente vivace, arrangiato in stile anni ’50, ma in realtà profondamente amaro nel testo. Vi si descrive il viaggio di un padre che lascia la sua fattoria e la sua famiglia in cerca di un lavoro, di una paga da un dollaro invece che da un centesimo (metafora della miseria in cui versa ampia parte della società americana), e di un figlio che guarda il padre andar via, e sa che sarebbe stato importante amarlo finché c’era.
Formazione
Mark Knopfler - chitarra e voce
Richard Bennett - chitarra
Guy Fletcher - tastiera
Chad Cromwell - batteria
Jim Cox - pianoforte
Glenn Worf - basso
Altri musicisti
Jimmy Nail - corista
Tim Healy - corista
Paul Franklin - chitarra pedal steel
Mike Henderson - mandolino
Glenn Duncan - violino