Brothers in Arms - Mark Knopfler's World

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La recensione del mese di Dario Migliorini

BROTHERS IN ARMS (BROTHERS IN ARMS), DIRE STRAITS

Scritta da Mark Knopfler nel 1982 e pubblicata nell’ottobre 1985, Brothers In Arms dei Dire Straits è la title track dell’album omonimo, nonché - narra la leggenda - il primo singolo della storia inciso su compact disc. In un album con diverse anime, alcune delle quali con un fortissimo appeal commerciale (su tutte Money For Nothing, Walk Of Life e So Far Away), colpisce che Mark Knopfler abbia deciso coraggiosamente di lanciarla come primo singolo del disco, considerati il mood musicale cupo e il difficile significato che traghetta nei suoi versi. Brothers In Arms è una bellissima ballata a tempo lento che parla di guerra e delle conseguenze nefaste che provoca, portando l’umanità ad annientare se stessa. Alla sua uscita Brothers In Arms fu accompagnata da un videoclip molto eloquente, oltre che splendido, che non solo si accosta efficacemente al suo testo, ma aiuta anche a delinearne più nitidamente l’ispirazione e il messaggio.

Il testo è stato ispirato a Knopfler dalla guerra che nel 1982 scoppiò tra il Regno Unito e l’Argentina per il controllo delle Isole Falkland (o Malvinas). Fu una guerra lampo, della durata di pochi mesi, ma crudelmente sconcertante e non solo per le centinaia di vittime che provocò. Era la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale che due nazioni del perimetro occidentale si scontravano in un conflitto bellico e lo facevano per un motivo apparentemente poco importante strategicamente. Anche per questi motivi la sensibilità di Mark Knopfler fu toccata profondamente dall’assurda carneficina che ne derivò e pochi mesi dopo la sua fine la portò a scrivere gli splendidi versi di Brothers In Arms.

Il titolo venne suggerito a Knopfler da suo padre. Fu durante una chiacchierata casalinga che il genitore parlò di una guerra assurda in cui i soldati dei due eserciti non erano altro che fratelli costretti a imbracciare armi per uccidersi a vicenda. Fratelli in armi, appunto. Partendo da quel titolo, Mark scrisse versi che, pur avendo una chiara e specifica ispirazione, divennero di portata universale, perché non si riscontrano riferimenti espliciti alla Guerra delle Falkland, ma concetti che fanno calare l’ombra più oscura su ogni tipo di conflitto. Non è un caso che lo stesso videoclip, con i suoi celebri disegni animati in bianco e nero, ritragga spesso soldati in combattimento che sembrano riferirsi più alla Prima Guerra Mondiale che a una guerra di fine Novecento. E non è un caso che la canzone, successivamente, sia stata utilizzata da registi e autori per richiamare l’attenzione su altri gravi conflitti del secolo scorso, come quello del Vietnam (vedi il film Spy Game con l’accoppiata Robert Redford/Brad Pitt) e persino la Guerra Fredda, allora in corso da quasi quarant’anni tra USA e URSS (vedi la serie The Americans).

Brothers In Arms è narrata in prima persona da un soldato gravemente ferito in battaglia e in procinto di morire. Negli istanti precedenti alla sua dipartita si ritrova contornato dai suoi compagni d’armi e a loro si rivolge. Complice l’utilizzo del pronome “you”, che in inglese significa sia tu che voi, si può interpretare le parole pronunciate in agonia dal soldato narratore come rivolte a uno specifico commilitone, ma anche a tutti i soldati che assistono ai suoi ultimi istanti di vita. Ancora più in generale, quelle parole diventano un accorato appello che il soldato lancia a tutta l’umanità, perché si ribelli verso chi impone l’uso delle armi contro i propri simili.

Nella prima strofa il soldato morente, a cui Knopfler dona la sua voce insolitamente debole e sofferente, sente che le forze lo stanno abbandonando e capisce che “quella montagna coperta di foschia” sarà la sua nuova casa perpetua. In quel momento rimpiange la sua vera casa, nelle pianure inglesi. E rivolgendosi ai suoi commilitoni augura loro di tornare presto nella serenità delle proprie dimore e di dimenticare di essere stati in battaglia, uccidendo altri esseri umani.

Nella seconda strofa emerge invece il senso di fratellanza che si forma tra i commilitoni impegnati in battaglia. Il soldato agonizzante ricorda i momenti concitati della battaglia, nel corso della quale è stato gravemente ferito. Essendo circondato dai suoi camerati, che lo accompagnano nei suoi ultimi respiri, lui li ringrazia per non averlo abbandonato, pur in quella situazione di rischio e di frenesia. Il luogo nefasto in cui si trova a morire è definito “campo di distruzione”, nel quale le vite umane e la stessa natura vengono barbaramente annientati dalle armi della guerra.

L’inciso prima dell’assolo di chitarra e della strofa finale è fondamentale. Knopfler incentra il concetto dell’assurdità della guerra sulla contrapposizione tra l’unico mondo in cui il genere umano vive e i differenti mondi che l’uomo stesso crea, nella bramosia di potere e di prevaricazione sugli altri. In realtà di mondi ce ne sono tanti nell’universo, così come esistono tanti soli e quindi tante stelle. Ma il pianeta Terra è uno solo e il genere umano farebbe meglio a condividerlo, rispetto a generare separazioni, muri e guerre.

L’ultima strofa mostra il momento dell’addio finale alla vita. Il sole sta cedendo spazio alle tenebre, che il soldato vede come l’inferno, mentre arriva la luna, in questo caso simbolo di morte. Il soldato dice addio ai suoi fratelli d’armi, rendendosi conto che la sua ora è giunta. Ma trova l’energia per esprimere il suo manifesto finale sull’inutilità e sulla crudeltà della guerra. Qualcosa di così certo da essere scritto in due elementi che nella letteratura di ogni epoca hanno rappresentato simboli di verità: le stelle e il palmo di una mano. Entrambi rappresentato da sempre elementi che richiamano la possibilità di leggere il passato e di prevedere il futuro. Ogni volta che quei soldati guarderanno le stelle o le linee sui palmi delle loro mani ricorderanno la follia di un conflitto combattuto all’ultimo sangue tra fratelli.

Sul lato musicale Brothers In Arms inizia con un tappeto di tastiere cupo e minaccioso, accompagnato da suoni di guerra e colpi di cannone. Poi entra la chitarra di Mark Knopfler a disegnare la trama melodica della canzone. Non c’è ancora base ritmica, nemmeno nella prima strofa. Solo con l’inizio della seconda strofa un ritmo lento e compassato accompagna la ballata, mentre Knopfler continua ad alternare i versi disperati del testo con bellissimi riff chitarristici che contribuiscono fortemente a dare malinconia, ma anche solennità al momento. L’inciso, poi, porta verso l’assolo di chitarra, durante il quale i suoni sembrano ampliarsi, come quando in un film la scena, dall’essere stretta e concentrata su un singolo elemento passa ad allargarsi sull’ambientazione circostante. Infine arriva l’ultima strofa, che ritorna mesta e affranta, prima dell’assolo di chitarra finale che, insieme alla maggiore ampiezza delle tastiere, sembra accompagnare l’anima del soldato deceduto - chissà - verso una vita migliore.

Alcune curiosità

Non è raro che Brothers In Arms venga utilizzata come sottofondo musicale nel corso di funerali militari. Se da un lato questo sia comprensibile per la storia che veicola, dall’altro può risultare paradossale perché il senso più profondo della canzone è di rifiuto di ogni guerra più che di glorificazione del sacrificio estremo militare.

Brothers In Arms ha ben tre differenti versioni dalle durate notevolmente diverse: la versione originale dell’album è di quasi 7 minuti, mentre la versione inclusa nel greatest hits Sultans Of Swing è ridotta a circa 5 minuti. Infine la versione inclusa nell’album live On The Night si allunga fino a quasi 9 minuti con un assolo aggiuntivo di pedal steel guitar. La differenza sostanziale tra le varie versioni è l’ampliamento sia dell’introduzione musicale sia dell’assolo finale, che nel Greatest Hits vengono invece ridotti.

Il celebre videoclip di Brothers In Arms è ottenuto con disegni grafici ricavati da riprese video ordinarie. È quasi totalmente in bianco e nero, ma proprio al termine diventa a colori, quando viene rappresentato un tramonto. Una scelta che potrebbe simbolizzare il colore della speranza nella pace, in modo che le vittime di tutte le guerre possano almeno essere servite a evitare conflitti futuri.


Se ti è piaciuta la mia recensione, visita il mio blog https://www.wordsandmusic.it/blog-le-perle/, dove troverai altre mie recensioni di musica rock

Dario Migliorini è da sempre appassionato di musica rock. Oltre ad aver attivato il blog Le Perle sul suo sito www.wordsandmusic.it, è autore del romanzo Coupe DeVille (Frank è tornato a casa), fortemente ispirato alla musica rock (per info: https://www.wordsandmusic.it/product/coupe-de-ville/).






The review of the month by Dario Migliorini

BROTHERS IN ARMS (BROTHERS IN ARMS), DIRE STRAITS

Written by Mark Knopfler in 1982 and released in October 1985, Dire Straits' Brothers In Arms is the title track of the album with the same name, as well as - the legend goes - the first single ever recorded on compact disc. In an album with several cores, some of which with a very strong commercial appeal (above all Money For Nothing, Walk Of Life and So Far Away), it is striking that Mark Knopfler bravely decided to launch it as the first single of the disc, considering the gloomy musical mood and the hard meaning it carries in its lyrics. Brothers In Arms is a beautiful slow-tempo ballad about war and the dire consequences it causes, leading humanity to annihilate itself. At its release Brothers In Arms was accompanied by a very eloquent, as well as wonderful, video clip which not only effectively mates its verses, but also helps to define its inspiration and message more clearly.

The lyrics was inspired by the 1982 war that broke out between the United Kingdom and Argentina for control of the Falkland Islands (or Malvinas). It was a blitzkrieg, lasting a few months, but cruelly disconcerting, not only for the hundreds of victims it caused. It was the first time since the Second World War that two nations of the western perimeter clashed in a war conflict and did so for an apparently unimportant reason strategically. For these reasons too, Mark Knopfler's sensibility was deeply touched by the absurd carnage that ensued and a few months after its end led him to write the moving lines of Brothers In Arms.

The title was suggested to Knopfler by his father. It was during a home chat that his parent talked about an absurd war in which the soldiers of the two armies were nothing more than brothers forced to take up weapons to kill each other. Brothers in arms, precisely. Starting from that title, Mark wrote verses that, despite having a clear and specific inspiration, became universal in scope, because there are no explicit references to the Falklands War, but concepts that cast the darkest shadow over any type of conflict. It is no coincidence that the same video clip, with its famous black and white animated drawings, often portrays soldiers in combat that seem to refer more to the First World War than to a war fought at the end of the twentieth century. And it is no coincidence that the song was subsequently used by directors and authors to draw attention to other serious conflicts of the last century, such as the Vietnam’s one (see the film Spy Game with Robert Redford and Brad Pitt) and even the Cold War, then in progress for almost forty years between the US and the USSR (see the TV series The Americans).

Brothers In Arms is narrated in first person by a soldier who was badly wounded in battle and about to die. In the moments preceding his departure he finds himself surrounded by his comrades in arms and turns to them. Thanks to the use of the pronoun "you" both in singular o plural meaning, you can interpret the words spoken in agony by the soldier as addressed to a specific fellow soldier, but also to all the soldiers who attend his last moments of life. Even more generally, those words become a heartfelt appeal that the soldier launches to all humanity, to rebel against those who impose the use of weapons against their fellow men.

In the first verse, the dying soldier, to whom Knopfler gives his unusually weak and suffering voice, feels that his energy is leaving him and realizes that "that mist covered mountains" will be his new perpetual home. At that moment he regrets his real home, in the English plains. And addressing his fellow soldiers, he wishes them to return soon to the serenity of their homes and to forget that they had been in battle, killing other human beings.

In the second verse, however, it emerges the sense of brotherhood that is formed between fellow soldiers engaged in battle. The dying soldier remembers the agitated moments of the battle, during which he was seriously wounded. Being surrounded by his comrades, who accompany him in his last breaths, he thanks them for not having abandoned him, even in that situation of risk and frenzy. The nefarious place in which he finds himself to die is defined as a "field of destruction", in which human lives and nature itself are barbarously annihilated by the weapons of war.

The bridge before the guitar solo and the final verse is essential. Knopfler focuses the concept of the absurdity of war on the contrast between the one world in which mankind lives and the different worlds that man himself creates, in the desire for power and prevarication over others. There are many worlds in the universe, just as there are many suns and therefore many stars. But there is only one planet Earth and mankind would do better to share it than to generate separations, walls and wars.

The last verse shows the moment of the final farewell to life. The sun is giving way to darkness, which the soldier sees as hell, while the moon arrives, in this case a symbol of death. The soldier says goodbye to his brothers in arms, realizing that his time is about to come. But he finds the energy to express his final manifesto on the futility and cruelty of war. Something so certain as to be written in two elements that have represented symbols of truth in the literature of every age: the stars and the palm of a hand. Both have always represented elements that recall the possibility of reading the past and predicting the future. Every time those soldiers look at the stars or the lines on the palms of their hands they will remember the foolness of a conflict fought to the death between brothers.

On the musical side, Brothers In Arms begins with a gloomy and menacing carpet of keyboards, accompanied by sounds of war and cannon fire. Then Mark Knopfler's guitar enters to draw the melodic plot of the song. There is still no rhythmic base, not even in the first verse. Only with the beginning of the second verse a slow and staid rhythm accompany the ballad, while Knopfler continues to alternate the desperate lines of the song with beautiful guitar riffs that contribute strongly to giving melancholy, but also solemnity to the moment. The bridge then leads to the guitar solo, during which the sounds seem to widen, as when in a film the scene, from being narrow and focused on a single element, passes to widen on the surrounding setting. Finally comes the last verse, which returns sad and distraught, before the final guitar solo which, together with the greater breadth of the keyboards, seems to accompany the soul of the deceased soldier - who knows - towards a better life.

Some curiosities

It is not uncommon for Brothers In Arms to be used as background music at military funerals. If on the one hand this is understandable for the story it conveys, on the other it can be paradoxical because the deeper meaning of the song is a rejection of any war rather than a glorification of the extreme military sacrifice

Brothers In Arms has three different versions with significantly different lengths: the original version of the album is almost 7 minutes long, while the version included in the greatest hits Sultans Of Swing is reduced to about 5 minutes. Finally, the version included in the live album On The Night extends up to almost 9 minutes with an additional pedal steel guitar solo. The substantial difference between the various versions is the expansion of both the musical introduction and the final musical part, which in Greatest Hits version are instead reduced

The famous Brothers In Arms video clip was obtained with graphic drawings built with digital technology from ordinary video footage. It is almost totally in black and white, but at the very end it becomes in color, when a sunset is represented. A choice that could symbolize the color of hope in peace, so that the victims of all wars can at least be useful to avoid future conflicts.


Dario Migliorini has always been fond of rock music. He recently activated the blog Le Perle on his website www.wordsandmusic.it, and he is also the author of the novel Coupe DeVille (Frank è tornato a casa), strongly inspired by rock music (for info: https://www.wordsandmusic.it/product/coupe-de-ville/)




 
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