Uscito nell’ottobre del 1980, Making Movies è il terzo album del gruppo. Dopo il tour promozionale di Communiqué, Mark Knopfler è piuttosto stanco: il gruppo è stato 11 mesi in giro per il mondo, presentando 116 spettacoli e avendo avuto poche occasioni per curare la vita privata o creare nuovo materiale. Così all’inizio dell’anno Mark decide di fermarsi per scrivere il nuovo album (il terzo in tre anni). Graficamente Making Movies è più essenziale degli album precedenti, la scelta dei colori e della grafica in copertina risulta la meno felice tra gli album dei Dire Straits (anche di quelli che seguiranno). Ma il contenuto è incredibilmente ricco e qualitativamente strabiliante, specialmente se si considera il brevissimo tempo in cui è stato composto, registrato e distribuito.
Purtroppo è anche l’album che segna l’addio di David Knopfler, uscito dal gruppo per alcuni dissapori sul progetto musicale ormai condotto interamente dal fratello Mark. In una intervista rilasciata a un settimanale italiano nel 2013, David dirà: “Ero arrivato al punto di rottura, avevo raggiunto un tale limite di stress che non potevo continuare. Le esperienze che fai in gioventù servono soprattutto a inseguire un sogno, a vivere un'avventura, insieme ad altri compagni. E' quando ti accorgi che non stai più facendo quello che sognavi, che arriva il momento di cambiare strada. A me sembrò di essere nel bel mezzo del sogno di un altro, non di quello che volevo inseguire io. Io volevo essere un chitarrista che scrive canzoni: nient'altro".
Al momento dell’uscita dai Dire Straits, David ha già registrato tutte le parti di chitarra ritmica, ma Mark le registra nuovamente aumentando così ulteriormente il proprio peso specifico nel gruppo. Ormai è lui che compone, suona tutte le parti di chitarra, canta e prende le decisioni più importanti per il gruppo. David compare comunque in due dei video estratti dall’album, che comprendono riprese effettuate dal vivo prima dell’addio. E’ questo l’album a partire dal quale Mark decide di avvalersi delle tastiere, così chiama a collaborare all’album Roy Bittan, musicista di Bruce Springsteen. Il suo contributo in Expresso love o in Tunnel of love è evidente all’ascolto.
Quanto alle canzoni, questo album sorprende come e più degli altri: come detto, l’autore ha avuto solo pochi mesi per comporre musica e testi, ed è lecito supporre che dopo due album e due tour spossanti, non dovesse avere molte idee nel cassetto. Eppure Knopfler sfodera sette canzoni che diventeranno altrettanti classici. Lo stile chitarristico e musicale in genere si conferma: canzoni brillanti, ritmi serrati alternati ad altri in Tulsa sound, esecuzioni tecnicamente ineccepibili. Lo stile è insomma quello asciutto e lineare di sempre, dominato dal suono squillante della Fender Stratocaster di Mark. La novità è Solid Rock, una canzone che rientra in pieno nel repertorio creativo di Mark (in un certo senso aprirà la strada alla successiva Money for nothing, cui si avvicina per l’uso massiccio di suoni distorti), ma che sorprende proprio per il suo carattere deciso e forte rispetto ai classici suoni puliti e brillanti di Sultans of swing o della stessa Tunnel of love.
L’album è un successo: vende otto milioni di copie, di cui uno nella sola Italia, e raggiunge le vette di tutte le classifiche di vendita. Ovviamente è primo anche in Italia. Molti brani di questo album entreranno a pieno titolo nelle raccolte definitive del gruppo o nelle scalette dei concerti. Il tema dominante dell’album è l’amore, quello mancato di Tunnel of love, quello intenso e deludente di Romeo and Juliet, o quello travolgente e appassionato di Expresso love.
Tunnel of Love racconta di due ragazzi che si incontrano in un parco divertimenti, e che capiscono di avere molte cose in comune. Ma la paura di innamorarsi e di soffrire non permette loro di far nascere una nuova storia. Considerata un classico dei Dire Straits al pari di Sultans of swing e Money for nothing, per molti anni ha fatto parte delle scalette dei concerti del gruppo, ma da tempo ormai Mark non la suona più dal vivo, secondo fonti non confermate perché legata al ricordo del padre scomparso nel 1993.
Romeo and Juliet prende spunto dall’opera shakespeariana per raccontare di due amanti separati dal successo quando lei raggiunge fama e ricchezza. La storia descrive un amore travolgente, un amore reale (a differenza di quello mai sbocciato di Tunnel of love), ma anche questa storia ha un finale malinconico e nostalgico. Secondo un’opinione diffusa, la canzone è scritta nel periodo in cui Mark rimane profondamente deluso dall’atteggiamento di Holly Vincent, cantante del gruppo-meteora Holly and the Italians, di cui Mark è molto innamorato. La relazione si interrompe quando Mark comprende che la Vincent sta usando la relazione per arrivare alla fama e al successo, senza ricambiare in realtà i suoi sentimenti. Nel testo Romeo è molto innamorato della sua Juliet, ma lei lo tratta come un’altra delle sue conquiste ("just another one of your deals”). Altra novità è l’uso della National Style ‘O’, la stessa chitarra che compare nella copertina di Brothers in arms, che Mark comprò negli anni ’70 dall’amico Steve Phillips per poche sterline.
Solid Rock, come già detto, è una canzone che usciva dagli schemi musicali del gruppo a quei tempi. Possiede un’energia relativamente nuova, anche nei suoni, e una sezione ritmica intensa e originale: Mark applica la sua classica tecnica pizzicata agli accordi distorti tradizionalmente suonati con il plettro. Il fingerpicking, applicato ai suoni rock, conferisce alla canzone una nota armonica che nulla sottrae alla forza dei suoni. Il pezzo entrerà a pieno diritto nella scaletta del successivo Alchemy e della raccolta On the Night (nelle versioni VHS e DVD).
Formazione
Mark Knopfler - Voce, Chitarre
John Illsley - Basso, Seconde voci
Pick Withers - Batteria, Seconde voci
Roy Bittan - Tastiere