A cura di Tony Crocicchia
Il nono album solista di Mark Knopfler è stato pubblicato il 16 novembre 2018. La prima cosa che viene in mente, ascoltando questo disco, sicuramente non di immediata comprensione, è che, forse, la chiave di volta sta nella foto della sua copertina: una strada asfaltata che attraversa un paesaggio sconosciuto, immaginario o sperduto da qualche parte nel Mondo. E’ una strada misteriosa, ma decisa e sensuale e a ogni ascolto te la ritrovi davanti e ti vien voglia d’essere lì, in viaggio, dove poter sentire sulla tua pelle sensazioni, atmosfere e sentimenti che mutano, si trasformano o si confermano.
Ascoltando il disco, ti ritrovi di volta in volta su quella strada e ogni livello di analisi, che sia musicale, emozionale o testuale, conduce l’ascoltatore a riflessioni profonde e intime che stimolano il viaggio interiore ed esistenziale.
Utilizzando metafore, combatte, costruisce, lavora per realizzare i sogni e trasformarli in realtà e, poi, si guarda indietro e ricorda….. In quest'ottica Mark, ci racconta delle sue origini a Deptford, della sua anima sognatrice che non cede ai ricatti. Racconta di cacciatori, di sognatori, di cuori orfani e selvaggi, di ribelli figli di nessuno. Racconta di storie e vite scritte giorno per giorno, e "buon per te figliolo se ce l' hai fatta, te la sei conquistata con le tue forze e non smettere mai di crederci e di fare ciò che ami”.
Tutto ciò lo racconta con i suoi caratteristici fraseggi suonati con la tecnica del fingerpicking uniti alla sua voce calda, profonda e armoniosa, mescolando jazz, funky, blues, reggae, folk e pop-rock.
Supportato da una band strepitosa che lo accompagna ormai da anni, ci regala grandi momenti musicali.
Quest’album, qualcuno inizierà ad assaporarlo da subito, qualcuno dopo molti ascolti e tanti viaggi, qualcun’altro probabilmente faticherà ad apprezzarlo.
Il disco comprende molti generi diversi e a seconda delle atmosfere proposte o dei gusti personali, può appassionare o meno.
Mark Knopfler ha donato al mondo questo suo lavoro e non si è risparmiato né nei testi né nelle scelte stilistiche sincere e coraggiose, passionali e accurate.
Gli assoli di chitarra che si sviluppano insieme al sax in "Good on you son", l’ assolo di slide in "Just a boy away from home", oppure gli accordi morbidi di chitarra acustica in "When you Leave", per non parlare dell’assolo funkeggiante in "Nobody does that", nella quale sembra quasi d’essere in una strada di Harlem, fanno di Down the Road Wherever un Album che rimarrà nella storia.