Considerazioni
che non posso omettere (parte prima):
mi
spiace molto (essendo adottivo di Cattolica), aver visto
un'organizzazione nemmeno degna di una Festa della birra di paese.
Hanno aperto i cancelli alle 20.00 circa, con una fila chilometrica
ancora da smaltire. Fatto sta che alle 21.03, inizia la consueta
presentazione (e non vi dico l'inferno che si è scatenato): persone
che passano sotto il palco, in mezzo, mentre un'hostess alla mia
sinistra piangeva (non scherzo). Esce il manager di Mark, da di
matto, cerca di mettere ordine, urla e strepita (chiede scusa a due
coppie che si sono viste scippare il posto da dei c......i).
Mark
è teso, non guarda quasi mai verso di noi, si inizia a sciogliere su
Once upon a time in the west.
E
questo per ciò che concerne il "casino" che un Gruppo del
genere non merita, perchè è davvero la miglior band mai sentita da
che lo zio calca il palco (e credetemi, le ho viste tutte, ma proprio
tutte, dal 1981).
Pubblico:
non spreco parole. Sembrava di essere in Groelandia (forse per il
caos iniziale, o forse no). Fortuna che alla fine mi sono alzato, col
Figlio accanto e siamo andati sotto il palco (la Band ha gradito).
Considerazioni
(parte seconda):
il
mio pensiero va a tutti coloro che, forse per ignoranza o per il
gusto della critica gratuita, scrivono che Mark non ce la fa, è giù
di corda o altre cretinate del genere.
Ero
davanti, dopo la tensione iniziale, mai visto così felice di
suonare, gli sguardi di complicità con tutti, l'adorazione che hanno
per Lui e la sua smodata grandezza e Lui per loro. Vedete, suonare
(con la S maiuscola) non è questione di velocità (come diceva
Segovia: la musica non deve arrivare veloce e forte, ma lontano) e
per far si che questo accada, occorre che tutti, ma proprio tutti,
siano "accordati" fra loro, in una sintonia che trascende
la tecnica e se c'è, c'è (e non la puoi comprare): esattamente come
succede nell'Amicizia o nell'Amore e di questi due grandi misteri
dell'umana natura, Cattolica ne è stata generosamente inondata.
La
natura del suo suonare è adesso salita in alto (nella sua casa
natale), proprio come accade in un rapporto d'Amore di lungo tempo,
dove l'ardore iniziale fa necessariamente spazio a qualcosa di più
completo, si diminuisce da sé per far crescere la completezza che
sfocia in quei piccoli gesti che sussurrano un "ci amiamo",
nonostante il tempo, le ferite, i dolori e il corpo che non è quello
che si aveva a vent'anni, ma che c'è, solo in diversa forma (le
scale di Speedway at Nazareth, dove non ha saltato un semitono e con
un bending che faceva male solo a vederlo, giusto per fare un
esempio).
Ecco
amici di MKW, chiunque di voi abbia avuto la fortuna di esserci,
spero sia stato trafitto da questa storia d'Amore infinita: fra Lui e
la musica (che ricambia alla grande). Una coppia perfetta che se ne
frega del tempo e delle nostre piccole "delusioni" perché
non esegue quel pezzo o se lo fa, ha un arrangiamento diverso.
Anche
noi cambieremo, io perlomeno lo sono (e continuerò a cambiare, anche
se il verbo più giusto sarebbe evolvere): lo so che gli Dei sono
eterni e non invecchiano, ma siamo solo esseri umani, ma credetemi se
vi dico che tutti gli Dei dell'Olimpo, stasera (come in tante altre
immagino), erano tutti a Cattolica, pieni di stupore e meraviglia e
forse Apollo, ha provato anche un po' di invidia.
Non
so se sia stato un addio, non importa, quel che un Artista lascia non
sta nell'ultimo libro, quadro o scultura, ma in tutto quello che ha
dato (perché l'Arte è donare a chi non ne ha e mostrare qualcosa
che non c'è) e posso dire che, ancora una volta, mi sono trovato coi
goccioloni agli occhi, esattamente come in una sera del 1981, tanto
tempo fa.
Vi
abbraccio tutti anche se non vi conosco, ma per Suo tramite.. un po'
si.
Ok
è tutto, vado a risentirmelo: no, non l'ho registrato, non ce n'è
bisogno.